Sul Sole24ore dello scorso 21 agosto, Alberto Brambilla, nel ping pong estivo delle proposte per affrontare la crisi, ci ha messo una pallina che mi sembra quella giusta:
E se fosse deducibile parte degli scontrini?
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-08-21/fosse-deducibile-parte-scontrini-081137.shtml?uuid=Aa22GpxD
E' fin troppo evidente infatti che, se il contribuente italiano avesse la possibilità di dedurre parte delle spese affrontate per riparare un'auto, sostituire la caldaia o imbiancare la camera del pargoletto, non ci penserebbe due volte a richiedere la fattura al prestatore d'opera. Ma se il contribuente questo non può fare, è altrettanto prevedibile che, di fronte all'amletico "con fattura sono1200 euro, senza sono 1000", il contribuente italiano (povero o no che sia), si tramuterà, come Brambilla ha sottolineato, in un complice dell'evasore fiscale per risparmiare a sua volta un po' di quattrini che, di questi tempi, non bastano mai.
Rendere deducibile parte degli scontrini sarebbe, pertanto, un buon contributo alla lotta all'evasione fiscale.
Questo consiglierebbe (imporrebbe) il buon senso. Ma il nostro governo, che fa?
Sembra proprio andare in direzione opposta se, da quanto emerso già sui giornali, si vorrebbero risanare i conti dello Stato attraverso anche il taglio, a partire dal 2013, delle spese detraibili.
Ma come? Già oggi, con la possibilità di portare in detrazione le spese sanitarie, non pochi medici sono allergici (anche loro...) a rilasciare quella ricevuta fiscale con la quale, come ha sostenuto di recente Romano Prodi (
http://www.lapoliticaitaliana.it/Articolo/?d=20110817&id=41277), si difende la democrazia.
E i pazienti, che già oggi si vergognano a richiedere al luminare-evasore di turno quella ricevuta fiscale, che è un loro diritto (!), che cosa faranno quando quel baluardo della democrazia non potrà più servire loro per la dichiarazione dei redditi?
Chiudo questa mia riflessione con un'altra, modesta proposta.
Una buona fetta dell'evasione fiscale si nasconde, com'è noto, nell'edilizia. Quante sono quelle ditte e quegli operai che lavorano alla luce del sole per rifare gli intonaci, i tetti, ed eseguire lavori e lavoretti di ogni genere?
Dei controlli a campione, con incrocio dei dati del committente e dell'esecutore dei lavori, dimostrerebbero se quei lavori sono stati o no fatturati, ossia se sono stati fatti in nero oppure no.
E così si scoprirebbe che tanti muratori e artigiani, che magari in taluni avamposti di questa Italietta percepiscono finanche un'indennità di disoccupazione, i quattrini li accumulano (eccome...) e in barba al fisco sonnacchioso.
Per non parlare poi di bar, chioschi e ristoranti (!) che spesso sorgono abusivi e indisturbati vicino a spiagge affollate di turisti (ne ho sotto gli occhi in queste vacanze più di uno): quanti degli esercenti di quei locali, che non dovrebbero neanche esistere in un Paese dove si rispettino le regole del viver civile, emettono gli scontrini? Eppure i carabinieri e i finanzieri del posto lo sanno... Perché non fanno i dovuti controlli?
Io non sono un economista, ma il buon senso non mi manca.