lunedì 5 agosto 2013

Recensere et non abscondere. Quando il Sole (24ore) non brilla


Posto sul mio blog questa lettera inviata al “Fermoposta” del Sole24ore lo scorso 25 luglio e indirizzata a Claudio Franzoni, l’autore della recensione del libro Tre figure. Achille, Meleagro e Cristo, a cura di M. L. Catoni (Milano, Feltrinelli, 2013). Una recensione che, assieme all’articolo di spalla di Alessandro Schiesaro, ricopriva quasi l’intera prima pagina del supplemento culturale del Sole24ore. La lettera non ha avuto (sinora) alcuna risposta.



Caro Franzoni,
leggo da svariati anni “Il Domenicale” e anche lo scorso 21 luglio non mi sono sottratto al piacevole rito dell’acquisto mattutino e della lettura. Sono rimasto subito colpito dal titolo della prima pagina, «Gesù morì come Meleagro», che introduceva la sua recensione del libro Tre figure. Achille, Meleagro e Cristo (Milano, Feltrinelli, 2013), curato da M. L. Catoni e con saggi della stessa curatrice del volume, di L. Giuliani, S. Settis e C. Ginzburg. Si tratta di un tema, quello del survival dei temi mitologici nell’arte cristiana e bizantina, che è stato, come lei ben sa, esplorato magistralmente da Kurt Weitzmann, basti solo citare un titolo come “The Survival of Mythological Representations in Early Christian and Byzantine Art and their Impact on Christian Iconography”, DOP 14 (1960) 43–68. Come altre volte mi è capitato, la recensione mi ha spinto a comprare subito il libro, che è corredato anche da belle illustrazioni. Ho dovuto però constatare che tutti i saggi, tranne quello di C. Ginzburg (“Le forbici di Warburg”), erano stati precedentemente editi (quello di C. Giuliani era stato pubblicato originariamente in tedesco già nel 1989). D’accordo che repetita iuvant – tranne rari casi, un testo riedito, spesso con aggiunte e modifiche, non è mai lo stesso testo –, ma della genesi editoriale di queste Tre figure non vi è alcuna traccia nella sua recensione.

giovedì 18 aprile 2013

Attenti al lupo (marsicano)

Il grande Lucio Dalla (quanto ci manca) già nel '90 cantava "Attenti al lupo", una splendida filastrocca che lasciava spazio alla libera interpretazione.
A distanza di più di vent'anni, quella canzone ha l'aria quasi di una profezia.

domenica 14 aprile 2013

I 5(Pan di)Stelle, Dudù e il guru

Fino a qualche anno fa, per me le stelle erano quelle del cielo (anche se non sapevo quante), dei congelatori (dal numero variabile), degli hotel (variabili anch’esse, tasca permettendo) e dei biscotti del Mulino Bianco (provate a contarle voi). Poi vennero i 5 Stelle e la fattoria del Mulino Bianco, con tutta la sua improbabile famiglia al desco, si è trasferita, ahimè, nel web quirinario. Eugenio Scalfari, cui la penna, le idee e la mitologia non mancano, ha concentrato la sua attenzione sul guru del movimento, Gianroberto Casaleggio, cui ha dedicato due perle di vetro soffiato sull’Espresso, «E Casaleggio distrugge l’Universo»
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/perche-gaia-mi-fa-paura/2203626/18
nella seconda della quale si cita nientepopodimeno che la Teogonia di Esiodo.
All’inquietante scenario presagito da Scalfari, terrorizzato dal videogame di Casaleggio, il guru del movimento ha replicato sul blog di Grillo con «Scalfari e il segreto dell’Universo» http://www.beppegrillo.it/2013/03/scalfari_e_il_segreto_delluniverso.html
non mancando di allegare la foto del suo iPhone 3G a testimoniare (excusatio non petita accusatio manifesta) l’archeologia della sua comunicazione.
Questa mattina, al bar dove ho comprato dei cornetti (in mancanza dei Pan di Stelle), i miei occhi sono andati a finire sul giornale locale che dava risalto, come altri, all’evento di Bari.
Sulla prima pagina, in basso, si parlava di Dudù, il barboncino di Francesca Pascale, la fidanzata di Berlusconi, anch’esso naturalmente presente alla manifestazione del PDL. Il folto pelo di questo delizioso animale non può certo non evocare, per analogia, i nostri due predicatori schnauzer, il fondatore del movimento  5(pan di)Stelle e il suo profeta. Ancora più inquietante è però la notizia secondo la quale la Pascale si sarebbe affidata a un guru per curare la sua immagine. Escluso che sia David Axelrod, quello di Obama che ha fatto un flop con Monti, rimane il sospetto che possa trattarsi proprio di Casaleggio.