Posto sul mio blog questa lettera inviata al “Fermoposta” del Sole24ore lo scorso 25 luglio e indirizzata a Claudio Franzoni, l’autore della recensione del libro Tre figure. Achille, Meleagro e Cristo, a cura di M. L. Catoni (Milano, Feltrinelli, 2013). Una recensione che, assieme all’articolo di spalla di Alessandro Schiesaro, ricopriva quasi l’intera prima pagina del supplemento culturale del Sole24ore. La lettera non ha avuto (sinora) alcuna risposta.
Caro Franzoni,
leggo da
svariati anni “Il Domenicale” e anche lo scorso 21 luglio non mi sono sottratto
al piacevole rito dell’acquisto mattutino e della lettura. Sono rimasto subito
colpito dal titolo della prima pagina, «Gesù morì come Meleagro», che introduceva
la sua recensione del libro Tre figure.
Achille, Meleagro e Cristo (Milano, Feltrinelli, 2013), curato da M. L.
Catoni e con saggi della stessa curatrice del volume, di L. Giuliani, S. Settis
e C. Ginzburg. Si tratta di un tema, quello del survival dei temi mitologici nell’arte cristiana e bizantina, che è stato,
come lei ben sa, esplorato magistralmente da Kurt
Weitzmann, basti solo citare un titolo come “The Survival of Mythological Representations in
Early Christian and Byzantine Art and their Impact on
Christian Iconography”, DOP 14 (1960)
43–68. Come altre volte mi è capitato, la recensione mi ha spinto a comprare
subito il libro, che è corredato anche da belle illustrazioni. Ho dovuto però
constatare che tutti i saggi, tranne quello di C. Ginzburg (“Le forbici di
Warburg”), erano stati precedentemente editi (quello di C. Giuliani era stato
pubblicato originariamente in tedesco già nel 1989). D’accordo che repetita iuvant – tranne rari casi, un
testo riedito, spesso con aggiunte e modifiche, non è mai lo stesso testo –, ma della genesi
editoriale di queste Tre figure non
vi è alcuna traccia nella sua recensione.